Le mie pagine

lunedì 13 maggio 2013

I limoni



Percorrendo qualche stradina della Liguria, è facile trovare una pianta di limoni. In questa stagione è bellissimo anche solo guardare quel tenue e imperdibile colore giallo. Anch'io, spesso, mi sono soffermata per qualche scatto in penombra o in controluce.
Per un momento di relax,  ecco un piccolo racconto in cui questi meravigliosi agrumi sono diventano occasione per irnizzare sulle debolezze umane.

L'autrice è Chiara Sumuels e l'articolo è pubblicato su mentelocale.it

Limoni e insidie di primavera


Limoni e insidie di primavera. Il racconto

















martedì 9 aprile 2013

La casa

Ho vissuto, qualche anno fa, a Santa Margherita. Per ragioni lunghe e complicate da spiegare ora, ne sono fuggita dopo 8 anni, con la lacerazione di chi è costretto ad andarsene facendosi scudo con un sentimento acceso di risentimento. E' solo per pudore che non lo chiamo odio. Ma senza di esso non avrei mai potuto andare via. Invece, in quel momento, dovevo. Ho avuto la fortuna di trovare un monolocale come rifugio, a prezzo onestissimo, l'unico che avrei mai potuto permettermi, a Camogli. Mi sono sentita subito al riparo. E ancora oggi, dopo quattro anni, mi sento così. Potrei trascorrere in quell'unica stanza (e la cucina separata) ore ed ore. A Santa, invece, non riuscivo mai a stare in casa. Mi piaceva all'inizio sì.  Ma dovevo correre fuor, semprei. Ho creato la mia casa in ogni strada, in ogni angolo, in ciascun scorcio di mare. Per questo oggi, abbandonato ogni  risentimento (che altro non era che rabbia verso me stessa) ho ritrovato l'amore e l'attaccamento per le mie "antiche" vie.






domenica 24 marzo 2013

La bottiglia

Un giorno, ad Ancona, partecipai ad una mostra: avevo scritto un racconto legato ad un quadro. Era dipinto un vicolo che terminava con una ripida scalinata. C'erano due palazzine una di fronte all'altra, le finestre mostravano tendine in tinte tenui. Su su ogni davanzale, stava una bottiglia. Sulla stradina, fermo e attento,  un gattino guardava all'insù. Il racconto descriveva come ogni mattina, mani frettolose prendessero la propria bottiglia e, a sera, la rimettessero ad asciugare. Solo una, al primo piano, si riempiva di polvere, dimenticata. Un giorno il micetto, giocando, fece un balzo e, con la coda, fece cadere la bottiglia che si ruppe.

Da allora mi venne la voglia di riempire oggetti di pensieri, foglietti...di me. Anche le bottiglie. Ci mettevo sassolini colorati, provai a dipingerle. Un modo qualsiasi per dare loro una vita. Vorrei averle ancora, ma per  circostanze varie, traslochi multipli, ci separammo. Un pò mi mancano.





Tratto dal sito http://www.fareeco.com di Ester Pasqualoni: realizzare e diffondere creatività ecologica.




mercoledì 20 marzo 2013

Il colore rosso

Quando vivevo a Santa Margherita, per anni andai lungo il mare, al tramonto, con in mano un foglio senza penna. Volevo cogliere l'essenza del colore rosso. Avrei voluto scriverne, ma non volevo perdere nemmeno un minuto di quel respiro d'aria marina. Per questo motivo portavo solo la carta. Tracciavo con le dita, mentre la vista spaziava, alte nuvole immaginarie sulla pagina, color amaranto.

Poi venne la passione per i lampioni di sera. Ne cercavo a decine, in strade strette come in orizzonti più vaghi.

Devo ammettere di non aver mai creato grandi composizioni su tramonti e lampioni. Però poi ho incontrato un amico dolcissimo, Carlo Accerboni, il poeta fotografo. E i suoi scatti hanno colmato le mie velleità letterarie.

Foto tratte dalla raccolta "Tramonto" di Carlo Accerboni



lunedì 18 marzo 2013

La grandezza di un pensiero

Sto cercando informazioni per lavoro. Il mio sguardo è catturato da una frase che scorre in mezzo a tante altre:

"Non ho mai lavorato per il successo, è una cosa che non mi compete. Ho sempre lavorato per migliorarmi. Tutto qui"

L'ha pronunciata Gualtiero Marchesi, per il suo 83° compleanno.

Sono affascinata.

Se fossi superficiale, parlando di me potrei affermare: "Non lo mai lavorato per il successo ma per collezionare un errore dietro l'altro". Eppure questi errori sono stati necessari. Tutti, ad uno ad uno. Anche gli errori privati.  Hanno cambiato il mio volto, reso più vere le mie parole. Allontanato le paure che mi tenevano sveglia. Posso proprio dire che ne sia valsa la pena.



Inizio...

Ho dubitato sulla creazione di questo blog. Non sapevo, e ancora non so in verità, se sia il momento giusto per me. Però poi ho pensato ai tanti amici di cui potrei scrivere qui. Ogni mio spazio è sempre aperto e dedicato a tutti coloro che contribuiscono, ogni giorno, a creare. Quindi anche a me :-).